Oggi si fa un po’ abuso del termine “mininvasiva”.
Nello specifico parliamo di neurochirurgia con interventi mininvasivi diffusi nella chirurgia spinale o chirurgia della colonna vertebrale.
Nell’ultimo decennio, all’interno della chirurgia spinale, si è sviluppata la chirurgia mininvasiva. Di cosa si tratta? E’ un intervento chirurgico, di solito di breve durata, che comporta un’incisione cutanea e un trattamento globale chirurgico con due precise caratteristiche: essere rapido e particolarmente rispettoso delle strutture anatomiche. Si tratta di un’esigenza correlata alla necessità di curare pazienti di una certa età, oppure affetti anche da altre patologia, le cosiddette comorbilità, situazioni che richiedono un trattamento chirurgico di breve durata, efficacia, rispettoso delle strutture anatomiche in maniera rigorosa, facendo sì che non si creino quelle condizioni anatomiche che in numerosi casi favoriscono lo sviluppo di aderenze cicatriziali, che alla lunga possono compromettere l’esito dell’intervento chirurgico.
Ma quali sono i vantaggi della chirurgia minivasiva che oggi sono applicabili ai alla colonna vertebrale?
Abbiamo interventi chirurgici mininvasivi che si eseguono per il trattamento dell’ernia discale lombare, e anche per il trattamento di patologie degenerative del canale vertebrale, sia a livello lombare che a livello cervicale. Parliamo, per esempio, della stenosi del canale lombare e/o cervicale. Sono interventi che si possono fare in anestesia spinale oppure in anestesia generale, di durata limitata.